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martedì 16 ottobre 2012

Inventarsi una identità

Nei giorni scorsi ho fatto un discreto giro in Piemonte. Molte cose mi sono piaciute, molte mi hanno interessato.
Fra le altre, mi hanno colpito la città di  Bra e la vicina Pollenzo.
Bra, antica e nobile cittadina, ha avuto la fortuna di essere la città di Carlo "Carlin" Petrini, co fondatore di prestigiose realtà come Il Gambero Rosso, Salone del Gusto, Arcigola, Slow Food, Madre Terra ecc. Ha saputo scoprire le identità enogastronomiche (e anche storiche) della sua terra, ha saputo renderne partecipi i concittadini e gli amministratori. Quello che all'inizio poteva essere un sogno di un idealista un po' strano, alla metà degli anni '70, anni di terrorismo, è divenuta una realtà con valenza internazionale. Oggi passeggiando per la città si vede che c'è qualcosa di vivo, economicamente ed insieme culturalmente. Vi sono turisti che visitano  la città per respirarne la tranquilla qualità della vita, per assaggiare ed acquistare le specialità. All'ufficio delle Informazioni Turistiche viene distribuita gratuitamente una elegante rivista con la storia delle varie specialità presenti sul territorio, su come vengono realizzate, dove è possibile trovarle.
Vicino sorge Pollenzo, micro cittadina, vecchia di secoli, con alcune rovine romane fra cui un "curioso" anfiteatro; curioso nel senso che le case costruite nel tempo hanno sostituito le mura perimetrali e la parte interna, la cavea, è adibita ad orto. Ma le rovine non hanno mai fatto una gran pubblicità al paese ed esso ha sempre sonnecchiato, nonostante un bel castello di matrice savoiarda. Il grande sviluppo, la scintilla che il paese ha subito e che è ben visibile nelle tantissime case finemente ristrutturate e dai bei ed eleganti locali è derivato dalla iniziativa, ancora di Carlin Petrini, di dare vita alla Università Scienze Gastronomiche.
Bra e Pollenzo sono due realtà diverse, ma entrambe hanno trovato la loro (proficua) identità nella felice intuizione di un concittadino  "sognatore" che aveva in mente la visione di cosa avrebbe voluto realizzare per il suo paese.
Due comunità che si sono mosse, evidentemente, con una buona armonia per realizzare il loro stesso interesse, consapevoli che assieme potevano farcela.
Noi a Salice Terme abbiamo un rudere di ex grand hotel. Tanti anni or sono qualcuno pensò di realizzarci, ristrutturandolo, una scuola alberghiera. Probabilmente nessuno l'ha seguito e spronato. Si passò a realizzare, con una costosa ristrutturazione, il Centro Diviani per realizzarci (un dormitorio pro Juve?) una pseudo scuola per aiuto cuochi, durata circa tre anni.
Poi il vuoto.
Come nella testa di tanti.

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