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lunedì 9 luglio 2012

Che sia anche un problema di capacità gestionale?

Che la società Terme di Salice non navighi nell'oro è, purtroppo, dato assodato e ormai di dominio pubblico. In molti non è ben chiaro come sia stato possibile arrivare a questo punto. Nel luglio del 2005, 7 anni da oggi, vi fu la privatizzazione con la quale dei privati entrarono nel capitale e divennero gli azionisti di maggioranza con il 53% del capitale.  Non ho perso occasione per criticare come fu condotta quella operazione che ha posto le basi  per le difficoltà dell'oggi. Non fu imposto ai privati di assumere l'impegno ad attuare, in tempi e modi precisi, un piano di investimento e rilancio e non furono adottati dei patti parasociali per tutelare l'interesse pubblico in caso che la gestione privata risultasse deludente. Coloro che attuarono quella privatizzazione sono stati giustamente puniti dagli elettori ed oggi sono (assieme a me) minoranza. Solo l'allora assessore Fabio Riva (in carica dal giugno 2004 al maggio 2007) è ancora sulla breccia e, chissà perchè, non gli viene addebitato alcunchè nonostante abbia vissuto quella fase (la privatizzazione trovò compimento nel luglio 2005)  come protagonista in quanto assessore.
Ma torniamo alle difficoltà di oggi con un piccolo esempio di gestione poco accorta. L'anno scorso, con una spesa di diverse decine di migliaia di euro, fu ripristinato il bar/ bocciodromo nel parco termale. I lavori furono ultimati a metà estate e quindi la stagione non fu sfruttata appieno. Era logico pensare che un bar di quella fatta, così posizionato, sarebbe stato riaperto in aprile/ maggio per dare una buona redditività. Era possibile certamente anche trovare chi, per un onesto affitto, l'avrebbe rilevato per gestirlo. Si parlava anche di istallare un barbeque per offrire grigliate "sotto le stelle". Niente di tutto ciò. Di oggi 9 luglio la notizia che probabilmente il bar apre in settimana: si è sprecato l'incasso ed il guadagno che avrebbe potuto generare da due mesi a questa parte. Qualcuno deve rispondere di questo al socio pubblico che sta incassando perdite su perdite?
Altra piccola considerazione: in via Diviani affaccia la palazzina che fu abitazione del custode delle Terme e rimessaggio. E' da anni in condizioni fatiscenti, delimitata e quasi nascosta da una fitta rete verde. La rovina dell'immobile dovuta all'incuria lo sta deprezzando notevolmente: anni addietro era possibile utilizzarlo, venderlo o affittarlo, comunque valorizzarlo. Oggi vale nulla o quasi. Chi ha deciso di lasciarlo decadere così? Chi ha deciso di far abbattere il suo valore dall'incuria? Sette anni fa l'immobile, quando il socio privato divenne maggioranza, valeva un certo importo, oggi moltissimo di meno. Chi deve pagare per questo depauperamento del patrimonio (anche) comunale e quindi pubblico? L'amministrazione comunale intende addebitare questi comportamenti al socio privato che la sta palesemente danneggiando?

3 commenti:

  1. Ma non potevano dare il bar in affitto a qualcuno? Qualcosa avrebbero comunque preso. Non mi sembra che siano nella condizione economica da permettersi di sprecare soldi.
    Mi permetta anche una curiosità: perchè di queste cose, sprechi o incapacità che siano, se ne accorge solo lei? E' frequente vedere il vice sindaco ai tavoli del bar. Cosa guarda, le stelle ?
    Francesco R

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  2. Ma se queste situazioni di malaccorta gestione danneggiano la societa' e quindi il comune di Godiasco in qualita' di azionista, cosa si intende fare per recuperare il danno patito?

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  3. Nulla.
    Come sempre.
    Si svaluta il bene.
    Si paga poco per il bene svalutato.
    Come sempre.
    Angelo

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